Mohammed Ghazawnah è un palestinese della Cisgiordania, anch’essa occupata da Israele, racconta l’inferno quotidiano vissuto dai palestinesi: l’apartheid dei cittadini, i check point da attraversare per spostarsi, le uccisioni e i continui soprusi. La drammatica situazione a Gaza, il sionismo e le false accuse di antisemitismo. Nonostante tutte le sofferenze del suo popolo, nonostante la cattiveria e la brutalità di Israele, lancia un messaggio di pace, sogna un mondo dove i bambini palestinesi possano giocare insieme a quelli israeliani.
Cisgiordania occupata: la vita è un inferno
L’inferno quotidiano vissuto dai palestinesi: l’apartheid dei cittadini, i check point da attraversare per spostarsi, per andare al lavoro o a fare la spesa, per esempio, le uccisioni e i continui soprusi dei soldati israeliani.
“Per viaggiare da casa mia al mio lavoro, da Ramallah a Hebron, dovrei aspettare ore e ore sui vari checkpoint, 6-7 checkpoint, con i soldati con il fucile in mano”.
Check point dove sabato scorso i soldati dell’Idf hanno ucciso suo cugino, per poi fare irruzione con i lacrimogeni mentre si svolgeva il saluto alla salma, praticamente una consuetudine racconta Mohammed.
La Ong per cui lavora si occupa di violazione del settore agricolo, confische di terreni, insediamenti, abbattimento e sradicamento di alberi, demolizione delle case, dell’acqua.
“Con l’accordo di Oslo, che doveva durare cinque anni, c’erano 117 mila coloni. E Shamir diceva a quell’epoca a Madrid che porteremo questo processo di pace all’infinito. Nel frattempo Israele andrà a costruire fatti concreti sulla terra tali da rendere impossibile la creazione di uno Stato palestinese. Infatti da 117.000 coloni oggi ne abbiamo 750.000.
Secondo l’accordo di Oslo la Cisgiordania è stata divisa in tre zone. A, B, C. La A è zona controllo totale palestinese. B, controllo amministrativo palestinese ma militare israeliano. La zona C che rappresenta più del 60%, controllo totale di Israele. Adesso Israele con questo governo dell’estrema destra, i fanatici della destra, vogliono annettere la zona C, cioè vuol dire che i palestinesi vivranno in isole separate l’una dall’altra, in città, senza collegamento, senza permesso. Bisogna avere il permesso per spostarsi, per esempio, da Ramallah a Nablus, o da Nablus a Jenin, o da Jenin a Hebron e così via. Faranno di tutto per costringere i palestinesi a lasciare la terra, questo è il loro sogno. Il fatto è che noi non andremo da lì, perché questa è la nostra terra”.
(ft 2) L’inferno quotidiano dei palestinesi: Edifici civili bombardati a Gaza
Gaza: l’inferno quotidiano dei palestinesi
Mohammed Ghazawnah parla di Gaza: “La situazione da noi è molto difficile, sappiamo tutto quello che è successo a Gaza dal 7 ottobre, sono massacri, famiglie intere cancellate dal registro civico, bambini, parliamo di quasi 46 mila morti, il 70% sono bambini e donne. parliamo della distruzione totale delle infrastrutture e delle case. Posso dire una cosa, che Israele dopo il 7 ottobre aveva dichiarato tre obiettivi. in maniera ufficiale, liberazione degli ostaggi, distruggere Hamas, lo sfollamento forzato di cittadini di Gaza verso il Sinai. Altri due obiettivi mai annunciati. La distruzione dell’infrastruttura e la uccisione e la morte di un numero più alto di civili. Per compiacere alla società israeliana. va avanti questa guerra, direi anche con la complicità della comunità internazionale. Perché se guardiamo cosa hanno fatto in Russia, c’è stata sempre sanzione contro la Russia, mentre l’Israele resta sopra ogni legalità. Abbiamo visto dei ministri israeliani, un certo ministro dei beni culturali che ha chiesto lo sgancio di una bomba atomica sulla striscia di Gaza. Parliamo di 360 km quadrati. dove vivono quasi più di un milione di persone, la zona più densa del mondo. 80% sono profughi che vengono da varie città, sono profughi che non hanno nessuna speranza e dal 2006 sono sotto la sedia della verità, mentre il mondo continua non solo a star zitto ma a fornire armi, a difendere Israele presso il Consiglio di sicurezza, presso la Corte Penale, presso la Corte di Giustizia. Allora, Sappiamo tutti quante pressioni sono state fatte sulla Corte Penale, perché non viene emesso quell’ordine di cattura contro Netanyahu? Questa è la situazione di Gaza, massacri ogni giorno, sono decine e decine di martiri, bambini, bambini che hanno perso la vita perché manca il cibo, manca l’acqua, manca la medicina. Il mondo sta zitto. In Cisgiordania forse la situazione non è così grave come a Gaza, ma in Cisgiordania dobbiamo affrontare non solo l’esercito israeliano, ma dobbiamo affrontare i crimini, i coloni che girano armati. Perché Ben-Gvir, il ministro della sicurezza interna israeliana, ha fornito armi a tutti i coloni che girano armati, sono capaci di fare massacri, sparano, uccidono. Un colono che è stato arrestato per ordine amministrativo l’altro giorno è stato liberato perché è arrivato il nuovo ministro della difesa, si chiama Katz, ha deciso di liberare questo colono. È un messaggio ai coloni di andare avanti, a uccidere, a sparare, a distrarre. Stanno costruendo nuovi avamposti”.
L’intervista prosegue e vi consiglio di seguirla fino in fondo se volete comprendere l’inferno quotidiano vissuto dai palestinesi.
Matteo Demicheli
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